UN GIRO AL MERCATO
- alessandrobordin5
- 23 ott 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 30 ott 2022



Tra i luoghi di cui ho sempre subito il fascino ci sono senz’altro i mercati: il via vai continuo della gente, i colori infiniti, gli odori e i profumi, i suoni e il costante brusio vociferante, la quotidianità dei venditori che trova la sua massima espressione nella gestualità esperta dei movimenti. Ogni elemento a fare da cornice ad un agglomerato indefinito di relazioni umane che, su piani e per motivi diversi, si sviluppano nello stesso momento, in un unico luogo.
Qui in Thailandia ce ne sono moltissimi e di diversi tipi: da quelli diurni a quelli notturni, da quelli galleggianti a quelli sulla terra ferma, da quelli in cui si vende ogni tipo di cibo, a quelli in cui invece si possono trovare vestiti, oggetti per la casa, dispositivi tecnologici, ecc. Generalmente, la maggior parte di essi si compone di sezioni complementari in grado di soddisfare la richiesta dei clienti con diverse categorie di prodotti, seppur lasciando sempre il giusto spazio allo street food, vero protagonista indiscusso.
Per capire la centralità che questi luoghi e questo tipo di ricette ricoprono nella quotidianità dei thailandesi, tuttavia, ci si deve soffermare sull’unità minima che li compone: la bancarella. Nonostante un’ordinanza del 2014 abbia previsto la progressiva diminuzione di stand e negozietti su ruote per liberare le strade della capitale e dare loro un tocco di moderno al grido “ridiamo le vie pedonali ai pedoni”, fortunatamente se ne trovano ancora ovunque, dentro e fuori dai mercati.
Dico fortunatamente non a caso, perché dopo qualche tempo passato qui non si può fare a meno di notare che la bancarella sia un po’ uno state of mind, un modo di vedere e vivere le cose. Le persone infatti frequentano questi posti di continuo e a tutte le ore per due principali motivi: innanzitutto il costo per mangiare fuori, in un mercato o in una bancarella, è pressoché equivalente a quello che si spende per fare la spesa e mangiare a casa; in secondo luogo, l’orario in cui mangiare non è sempre così rigidamente definito. Capita spesso che si mangino minori quantità di cibo in più momenti della giornata, approfittando anche e soprattutto di spuntini più o meno sostanziosi presenti ad ogni angolo di strada.
A questo proposito, credo sia molto interessante ciò che mi ha detto una donna thailandese sposata con un europeo: “non riuscirò mai a capire questo modo che avete voi occidentali di chiedere ‘come stai?’ dopo aver salutato, come se dovessi dirti che sto male, che ho avuto questo o quello. In Thailandia, dopo esserci salutati, chiediamo ‘hai già mangiato?’ ”.


Complimenti Ale, sia per la scrittura che per le foto.
Tutto ciò fa venire un’incredibile voglia di visitare questo paese!