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CHIANG MAI (PARTE 3)

  • alessandrobordin5
  • 21 set 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

IL PIACERE DELLO SCOPRIRE: L’ATMOSFERA MAGICA DEL WAT PHA LAT (1/2)



Four monks spend time near a chedi at Wat Pha Lat - Chiang Mai, Thailand.
Quattro monaci passano il tempo vicino ad una chedi al Wat Pha Lat - Chiang Mai, Thailand.
A white statue stands out among the greenery on the column of a staircase - Chiang Mai, Thailand.
Una statua bianca si staglia tra il verde sulla colonna di una scalinata - Chiang Mai, Thailand.

Una sera dopo cena, cominciando a sentire l’aria del fine settimana bussare sulle pareti della mia stanza così come su quelle della mia mente, ho preso il pc e ho deciso di fare qualche ricerca su cose che avrei potuto vedere nei giorni seguenti. Nelle settimane precedenti avevo già esplorato gran parte del centro con i suoi templi, le piazze, i monumenti e i musei; avevo già passeggiato tra i miei amati mercati rimanendo come sempre affascinato dalla vita che li contraddistingue; avevo già assaporato la dolcezza della sera facendomi carezzare dalla musica del Jazz club della città così come dal ritmo saltellante prodotto da una bravissima band Raggae in uno dei tanti bar del centro. Più che altro, non mi sentivo totalmente soddisfatto riguardo alla parte verde di quel luogo che di verde aveva così tanto da mostrare. Sì, ero andato a visitare il Doi Sutep, uno dei templi più famosi situato ai piedi della montagna, ed ero stato in diversi parchi e giardini che puntellano la città, ma non mi ero ancora trovato circondato dalla giungla, così vicina da poterla intravedere dalla mia finestra. Spulciando tra vari siti internet e forum mi sembrava di trovare sempre le stesse attività sponsorizzate con troppa inutile ridondanza e molta poca originalità, proprio perché considerate e dipinte come dei must turistici che ogni visitatore avrebbe dovuto inserire nel proprio pacchetto di pochi giorni. Esattamente il contrario di quello che cercavo. Quando stavo per rinunciare pensando che mi sarei lasciato guidare dall’istinto partendo da uno di quei posti che più mi erano piaciuti, ecco un sito che proponeva una lista di luoghi e attività, alcuni conosciuti, altri meno, riservando due o tre righe a ciascuno. La mia attenzione cadde su qualcosa che non avevo mai letto e che da subito solleticò la mia curiosità: the monk’s trail - il sentiero del monaco. Veniva descritta come una passeggiata che partiva dai piedi della collina e che, inserendosi nel verde della giungla, avrebbe condotto ad un tempio di cui non conoscevo il nome. Era il sentiero che nel passato e ancora oggi percorrono i monaci per raggiungere questo e altri luoghi situati sull’altura che abbraccia la città.

Il giorno dopo mi sono svegliato presto e, poco dopo colazione, stavo già varcando la soglia di casa per raggiungere l’inizio del sentiero. Trovarlo non fu facile perché non c’era nessuna indicazione, ma con qualche domanda ai passanti e un po’ di fortuna, riuscii a scovarlo alla fine di una lunga salita asfaltata. Il sole era coperto da distese fitte di nuvole grigie ma faceva un caldo impressionante a causa dell’asfissiante umidità che tutto pervade nella stagione dei monsoni: ero già fradicio di sudore e ancora non sapevo che da lì a poco quell’effetto si sarebbe moltiplicato. Il tempo di fare dieci metri e la strada asfaltata sembrava già un lontano ricordo frutto dell’immaginazione: la vegetazione regnava disordinata in giungla tanto che anche seguire il sentiero, in alcuni frangenti, sembrava più un atto di fede che una reale certezza. Insomma, avevo trovato quello che speravo e, quando dopo una decina di minuti, il sentiero divenne a tutti gli effetti visibile mi rilassai e continuai con passo costante. Nel giro di un’ora o poco più, ecco spuntare dietro una curva dei primi segni di edifici in mezzo al verde: prima alcune statue bianche tatuate di verde muschio, poi una scalinata delimitata per tutta la lunghezza da statue di serpente a fare da poggioli, infine i vari edifici a comporre le diverse aree del tempio e del monastero in riva ad un fiumiciattolo, circondati dalla folta vegetazione della foresta. Ero arrivato in uno dei posti della città che avrei visitato più spesso: il Wat Pha Lat.


Two statues give entrance to a staircase leading to the central temple of Wat Pha Lat. Around and behind the temple's bordeaux gable the green trees - Chiang Mai, Thailand.
Due statue danno l'ingresso ad una scala che porta al tempio centrale del Wat Pha Lat - Chiang Mai, Thailand.

The inner courtyard of Wat Pha Lat, with the chedi in the background. Fog and a light drizzle descend from the sky and envelop the trees - Chiang Mai, Thailand.
Il cortile interno del Wat Pha Lat, con la chedi sullo sfondo - Chiang Mai, Thailand.















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