IL MERCATO DEI FIORI DI BANGKOK (PARTE 2)
- alessandrobordin5
- 8 nov 2022
- Tempo di lettura: 2 min
MARIGOLD: TU CHIAMALE, SE VUOI, EPIFANIE D'ARANCIONE


Se udito e olfatto sono stimolati dal rumore di fondo e dal profumo, al Pak Khlong Talat di Bangkok è la vista il senso che per diversi fattori viene messo maggiormente alla prova. Oltre al dinamismo descritto nel post precedente, il colore è l’elemento che in assoluto domina visivamente gli spazi grazie alla combinazione di oggetti vari - indumenti, ventilatori, luci, bilance, calendari, ecc. - con la presenza di fiori in ogni dove.
Un colore su tutti però spicca con prepotenza tra gli altri sia per quantità che per intensità: l’arancione. È il colore delle Marigold, in thailandese Dao Rueng, luminoso come una stella, un fiore molto utilizzato in questo e in altri paesi dell’Asia, ma non solo. In realtà originario delle Americhe, è interessante notare come nella storia sia stato associato al divino e alla sfera della spiritualità in culture differenti e lontane tra loro.
Partendo dall’utilizzo che dall’epoca pre-colombiana fino ai giorni nostri se ne fa in Messico, sua terra natia, per onorare i propri cari defunti durante il Día de Muertos, passando per l’associazione che nel Cristianesimo lo lega alla Vergine (da qui Mary’s gold, l’oro di Maria), concludendo con il dono dell’ubiquità che sembra possedere nell’Induismo. Questo fiore, tra l’altro da sempre apprezzato anche in campo medico per le sue proprietà, viene spesso collegato al sole, o più in generale alla luce.
Qui in Thailandia ha un significato di buon auspicio, di fortuna, di successo e di felicità, tanto che può essere regalato per congratularsi con qualcuno e fargli gli auguri. Tuttavia, il suo maggior impiego coinvolge la sfera spirituale e il Buddhismo, in cui, sotto forma di ghirlande o di singoli boccioli, rappresenta una delle offerte più gettonate per rendere omaggio e decorare le raffigurazioni del Buddha.
Alcuni banchi del mercato curano solo ed esclusivamente questo tipo di fiore: chi li smista in grossi sacchetti per consegnarli ad altri rivenditori, chi li vende direttamente, chi, invece, si occupa di assemblare e vendere le ghirlande che nel giro di qualche ora si adageranno sui numerosi altari della città. A volte, distratti da altri elementi, ci si gira all’improvviso e senza essere preparati ci si trova davanti un muro d’arancione a cui è impossibile sfuggire rimanendo indifferenti.






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