CHINATOWN (PARTE 1)
- alessandrobordin5
- 21 nov 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 6 dic 2022
D'INFLUENZE E D'ACCULTURAZIONE



La popolazione cinese in Thailandia rappresenta la più grande comunità al di fuori dei confini della Cina in tutto il mondo. Arrivata negli anni 2000 a costituire il 14% della popolazione thailandese, i rapporti tra questi popoli e le loro culture risalgono già a molti secoli fa, più precisamente a quando quest’area dell’Asia non aveva ancora il nome con cui lo conosciamo oggi. Fenomeni quali l’immigrazione e il commercio hanno garantito un intenso e continuo contatto sebbene viziato dai sentimenti fortemente contrastanti di fasi storiche e politiche diverse. Ad ogni modo, avere discendenze cinesi è molto comune tra i thailandesi - la cosiddetta componente Sino-thai rappresenta addirittura il 40% della popolazione nazionale: basti pensare che il fondatore della famiglia reale attuale, Re Rama I (1737-1809), aveva origini cinesi, così come il suo predecessore, Re Taskin (1734-1782), il quale padre era migrato dalla provincia di Guandong.
Qualsiasi rapporto che si instauri tra due o più elementi è qualcosa di estremamente complesso: allo stesso tempo incontro - in grado di avvicinare e di assimilare caratteristiche - e scontro - capace di allontanare e di sottolineare differenze. Quando si parla di culture, di identità culturale, questo processo assume una maggiore importanza e diventa ancora più delicato, tende a negoziare i suoi confini nel tempo, tracciandone di nuovi, modificando quelli già esistenti di continuo. Anche se questo incontro-scontro mostra diverse sfaccettature di complessa interpretazione per le quali sarebbe errato parlare di assimilazione, la Thailandia rappresenta uno dei paesi del sud-est asiatico dove l’integrazione di questa comunità è avvenuta con maggiore facilità.
La diffusione e la pratica del Buddhismo, sebbene di due scuole di pensiero differenti, la possibilità di stringere legami matrimoniali, la stima del popolo thailandese per la cultura laboriosa e il modello di business cinese, la forte influenza, sia a livello di tecniche che di ricette, nell’ambito culinario riscontrabile ancora oggi in molti piatti diventati simbolo dello street food thailandese. Tutto questo e molti altri fattori hanno rappresentato un ottimo punto di partenza nell’alimentare la parte per così dire più spontanea di questo processo di acculturazione reciproca. Altri elementi, indotti da leggi nate durante fasi in cui a prevalere è stata la creazione di un forte spirito nazionalistico, hanno poi fatto il resto. Ne sono un esempio l’impiego del thailandese nel sistema d’istruzione delle scuole cinesi sul territorio nazionale e l’adozione di cognomi thailandesi in aggiunta a quelli d’origine.
Al di là della natura di questi elementi, nel corso di lunghi secoli si è venuto a formare un terreno comune sempre più ampio su cui queste culture hanno potuto intrecciare le loro relazioni quotidiane.



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